Le Donne di Dante – La strada per il cambiamento

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Prenderà il via sabato 3 luglio fino al 31 ottobre alla Villa Reale di Monza, in occasione del settecentenario della morte del poeta Dante Alighieri, l’esposizione ‘Le donne di Dante: la via del cambiamento’.
Cleopatra, Medea, Francesca da Rimini, Eva, Beatrice, Santa Lucia. Figure femminili della Divina Commedia, dipinte su lenzuola – di Covid memoria – con tratti rapidi e colori dal bianco e nero ai rossi accesi. A richiamare l’attualità dell’insegnamento dantesco: l’importanza di capire l’errore per giungere alla “redenzione” del cambiamento.

L’Inferno dantesco è “eternità senza mutamento” poiché “nel male non c’è vita che possa mutare”. Nel Purgatorio il viaggio dantesco procede con la “bramosia della redenzione” e una sorte di dolore, perché “la carne e la mente sentono ancora l’errore che hanno accolto”. Mentre nel Paradiso il viaggio entra nella perfezione dell’interezza e vede “le differenze vivere dell’amore”. Ecco, le donne raffigurate in rassegna – donne del mito e della letteratura come la regina di Cartagine Didone, la tessitrice Aracne, la prostituta Taide, o storicamente vissute, come Matelda, la concubina di Pericle Aspasia – sono lì a portare il senso e le angosce di una cultura millenaria divisiva, forgiata dal patriarcato, che chiede di essere cambiata, e che siano riscoperte le relazioni fra le differenze, l’incontro tra Uomo e Donna, tra Umanità e Natura.

“Conoscere l’errore – afferma l’artista – libera, socraticamente, dai tormenti della colpa. Così dalla conoscenza dell’errore, dal travaglio del pentimento, dallo struggimento dell’attesa nasce il viaggio di Dante. Così il viaggio di ognuno. E il cambiamento di un’intera cultura”.

‘Medea’ – 2020 – acrilico su tela libera – cm 114 x 67

 

Quasi una trentina le opere in rassegna, sono grandi dipinti in tecnica acrilica su tela libera non intelaiata, ricavata da lenzuola, “antico rifugio simbolico di protezione” vissuto nel lockdown per il Covid 19. Le opere sono accolte negli spazi espositivi delle sale al Secondo Piano nobile in un dialogo/contrasto che l’artista vuole evidenziare. Un contenitore così caratterizzato storicamente e stilisticamente, viene a relazionarsi, così nelle intenzioni della Micozzi, con opere libere a partire dalla tecnica. Rapido, quasi spatolato, anche il tratto risente di questo clima di tensione e sconcerto. I lavori sono sia esposti a parete, sia messi sotto forma di installazione o a tappeto: come Dante si inchinava ad ascoltare i dannati al suolo, così ci si china per “leggere” le opere.
Saranno possibili visite della mostra con Maria Micozzi (su prenotazione inviando una mail a galimberti@mariamicozzi.it).
L’esposizione, che è realizzata in collaborazione con il Consorzio Villa Reale e il Parco di Monza, con i patrocini del Comune di Monza, I Parchi letterari, il Parco letterario Regina Margherita e il Parco Valle del Lambro, è stata presentata in anteprima digitale sabato 1° maggio. La rassegna è promossa dalla Casa della Poesia di Monza e dalla sua presidentessa Antonetta Carrabs. Nell’ambito della rassegna “Mirabello Cultura 2021”.